Stadi del Risveglio Conscio

E’ imperativo che l’umanità si svegli dalla consapevolezza mondana nel pieno ricordo spirituale di chi siamo. Il problema è che anche quando siamo fisicamente svegli, in realtà continuiamo a dormire mentalmente, inconsapevoli e interamente assorbiti da qualunque impulso meccanico o stimolo esterno che cattura la nostra attenzione. Questo stato di convergenza, o assorbimento mentale, ci trattiene in un improduttivo stato di sogno.

La comune comprensione di ciò che significa “essere svegli” maschera la verità, cioè il fatto che nonostante la gente vada in giro con gli occhi aperti, tende ad essere ipnotizzata, debolmente conscia, sonnambula, o in uno stato di ipnosi. Ciò che questi stadi hanno in comune è che il nucleo conscio dell’individuo è assente o passivo, svolazzando come una foglia tra i venti degli stimoli ambientali.

Durante i sogni siamo capaci di creare le più strane “logiche” associazioni che risultano in zero logica, di poco impatto su ciò che ci accade, nell’agire impulsivamente e nel non riuscire a interrogare la nostra realtà e osservare noi stessi. Paragona questo a come la gente si comporta nella quotidianità: gli aneddoti e i pettegolezzi, la comunicazione attraverso frasi prese dal cinema o la televisione, in trite frasi senza pensiero o originalità, s’impegnano in assurdi e programmati comportamenti, si trascinano in futili drammi e alternano tra personalità ridicole e copiate. Per costoro il sogno non finisce al mattino.

Il mondo è un manicomio ma la società è troppo addormentata per notarne la follia. Così come non interroghi sogni folli mentre li fai, molta gente non mette mai in discussione la loro maniacale vita. L’implicazione di un sonnambulismo di massa è ovvia: con bilioni addormentati, coloro al potere che sono svegli ne godono il vantaggio. La gente che dorme è facilmente controllata. Il loro nucleo conscio esiste all’interno di una prigione mentale, raccolta per il tempo, lavoro ed energia. Possiedono poco o zero libero arbitrio poiché hanno abbandonato la consapevolezza necessaria per sfruttarlo.

La mente e il corpo possono essere addormentati o svegli indipendentemente l’uno dall’altro. Con la mente e il corpo svegli un individuo è realmente sveglio. Con la mente e il corpo addormentati, uno sogna. Con la mente sveglia e il corpo addormentato si è in uno stato di sogno lucido. Con la mente addormentata e il corpo sveglio si è sonnambuli. Esistono gradi tra questi 4 stadi, che si estendono tra ipnotismo e trance a sognare ad occhi aperti a fievole consapevolezza.

Primo Stadio: Interrompere la Confluenza Negativa

Il primo passo verso il risveglio richiede l’interruzione di questa confluenza negativa attraverso l’acquisizione di un certo grado di lucidità, una misura di auto consapevolezza. In qualsiasi momento tu sei capace di dirigere la tua attenzione internamente e osservare te stesso. Posizionando la tua attenzione con fermezza sul momento presente, puoi notare i tuoi pensieri, analizzare le tue emozioni, prestare attenzione alle sensazioni del tuo corpo, sentire il tuo respiro, impegnarti in un auto esame e sondare la tua situazione e il tuo ambiente da una prospettiva più alta.

Facendo questo, molto presto riconosci che tutte queste percezioni fondamentalmente originano dal di fuori di te anche se hanno luogo dentro la tua mente. Questo perché al vero centro della tua mente si trova il centro percettivo che definisce l’autentico te, mentre la periferia della tua mente è popolata da pensieri che potrebbero o no essere i tuoi. Questo nucleo centrale è il tuo osservatore silenzioso, la Coscienza che osserva attraverso i tuoi occhi e pensa attraverso la tua mente. E’ quello che realmente sceglie, realizza e vive. Il resto è solo meccanica.

Diventare lucidi dipende dall’essere cosciente della tua propria consapevolezza!! Alcune tradizioni lo chiamano “ricordarsi di se” dal momento che questa negativa confluenza è uno stato in cui ci si dimentica di se. La lucidità è semplice come girarti all’interno e ricordarti di te nel presente. Ricordarti di te ferma la confluenza e fermare la confluenza è il primo passo per uscire da ciò che soffoca la tua identità spirituale. Una cosa è sapere che sei ma piuttosto un’altra sapere chi sei. Col tempo la prima porta alla seconda.

Diventare consci del momento presente è facile da implementare, ma difficile da mantenere. Libri sono stati scritti solo su questo compito. Il problema è sia fisico che metafisico.

All’inizio, innalzare il proprio stato di consapevolezza richiede entrambe energia vitale ed un adeguato numero di neurotrasmettitori. Questi esauriscono dopo un breve periodo di sforzo e ti riportano in uno stato di minore consapevolezza. Ma come un muscolo, la focalizzazione mentale cresce con la pratica perché i corpi fisici e sottili si adattano ad un’alta dose di energia.

Mantenere la lucidità diventa più facile con la pratica, poiché la pratica gradualmente fai crescere la durata e profondità della focalizzazione. Attraverso la pratica della lucidità in un ambiente controllato, lo stesso stato di maggiore consapevolezza può man mano essere acquisito in circostanze più normali. Alcune forme di meditazione assistono l’esercizio dell’auto consapevolezza. Un metodo abbastanza comune per esercitare l’auto consapevolezza è la “meditazione di attenta consapevolezza” (mindfulness meditation), in cui tu volgi l’attenzione ai tuoi pensieri e sensazioni diventando un calmo e lucido esterno osservatore. Al contrario della meditazione trascendentale in cui cantare un mantra per ore guida verso l’auto ipnosi e l’abbassamento della consapevolezza, la meditazione di attenta consapevolezza eleva la consapevolezza.

Un’altra pratica, Vipassana, richiede che ti rilassi e poi porti l’attenzione verso ogni sensazione del tuo corpo, dalla testa alla punta dei piedi e poi di nuovo verso su. Il beneficio primario di questo tipo di meditazione è notare dei segnali che altrimenti sarebbero stati ignorati e dimenticati. Il che è utile perché nella nostra era non solo noi spesso dimentichiamo noi stessi, ma tendiamo a dimenticare i nostri corpi. Per esempio, guardare la televisione o internet posiziona la nostra attenzione dentro corpi virtuali che ci rimuovono dal nostro.

Questo causa una scissione tra mente e corpo in aggiunta a quella già prevalente tra il “se” e la mente. Dissociazioni di questo genere sono antagoniste di un’alta consapevolezza. Osservare le sensazioni fisiche rammenda questa scissione, che conseguentemente assiste nell’integrazione tra il se e la mente.

Curiosamente, la pratica di questo tipo di lucidità mentale letteralmente cambia, col tempo, la struttura del cervello e accresce l’attività di onde cerebrali gamma, che oscillano a 40Hz dell’intero cervello risuonante via coerenza quantum.

In più, Vipassana ed esercizi del tipo come quelli di Robert Bruce “Nuove Vie Energetiche” o “Meditazione dell’Orbita Microcosmica” o dello Yoga Taoista, hanno tutte la capacità di stimolare strutture non fisiche nel corpo eterico, che se non altro può aiutare nella rimozione di blocchi ed energie stagnanti. Se eseguite propriamente e con una certa regolarità, queste pratiche possono comunque risvegliare certe abilità extrasensoriali.

Interagendo Con Le Emozioni Negative

Diventare memore dei tuoi pensieri, emozioni e sensazioni fisiche è anche utile per trasformare interne energie emozionali e negative. Nell’osservare emozioni negative mentre appaiono e oggettivamente notare la sensazione fisiologica che evocano, puoi evitare di entrare in un circuito impazzito di commenti e opinioni tra i tuoi pensieri e le tue emozioni che ti porterebbe altrimenti ad esplodere in un’eccessiva reazione e genererebbero un distorto senso di percezione e giudizio. In altre parole, questa pratica può interrompere la tua confluenza con le provocazioni esterne. Se l’emozione negativa è innescata da degli eventi “cause scatenanti”, la consapevolezza lucida della stessa emozione (piuttosto che dove addita, o la persona/evento che l’hanno innescata) è un modo efficace per disinnescarla senza reprimerla. Da un altro lato, se la negatività è più una costante senza nessun innesco specifico, allora l’auto consapevolezza ti aiuta a stare in piedi contro lo strattonare di questa gravità emotiva.

Nel mezzo di tali uragani, attraverso l’essere lucidi troverai che tu sei al centro del tornado, un osservatore impersonale che sta al di sopra e al di là. Il punto cruciale che disarma e trasforma l’energia.

Dunque la lucidità è il mezzo con cui mantenere padronanza e compostezza. Solo quando tu hai il controllo di un’emozione che sta intensificandosi sei in posizione favorevole per fare scelte informate se continuare con l’emozione o limitarla; senza consapevolezza questa scelta non avviene mai e ci si comporta come animali. Sopprimere le emozioni lasciandole inasprirsi mentre guardi dall’altro lato le farà esplodere in modi inaspettati in momenti inaspettati. Ciò non è salutare; le emozioni devono essere risolte, non ignorate. Diventando conscio della cruda energia emotiva, la potrai invece sfruttare, quando appropriato. Questo include la rabbia, nel caso in cui l’imminente azione propulsa da quella rabbia è sia saggia che necessaria. Se un’emozione negativa e l’azione ad essa associata non è appropriata, allora la consapevolezza di quella energia e il ricordo di te come l’osservatore trascendente dissiperà l’energia trasmutandola in un più alto grado di carburante spirituale per l’anima.

Per cui sia che tu usi l’energia verso un’azione necessaria o verso la trasformazione in una più alta forma di energia positiva, in ogni caso tu stai occupandotene invece di sopprimerla.

Secondo Stadio: Confluenza Positiva

In breve, osservare te stesso espande il raggio della tua consapevolezza, rompe forme di confluenza negativa ed ha effetti migliorativi sul tuo cervello e sulla tua anima. Ritornare al tuo centro ti dà la capacità di scelta sul momento sia d’azione che di pensiero (sul cosa fare o sul cosa pensare). Senza autoconsapevolezza non c’è scelta; solo una reazione meccanica a qualunque stimolo. Per abitudine ci si comporta meccanicamente, ma in qualunque momento siamo in grado di riconquistare il nostro stato di lucidità e disattivare il pilota automatico.

A questo punto sembra che il “ricordarsi di se”, la pratica dell’attenta consapevolezza o la lucidità siano tutto ciò di cui si ha bisogno per sviluppare la spiritualità, ma purtroppo non sono sufficienti. Alcune scuole di pensiero esoteriche si fermano qui, preoccupandosi solo di de-programmazione e “ricordarsi di se”, nello sforzo di estirpare le erbacce della mente e dell’anima. Ad ogni modo, senza piantare nuovi semi, senza aggiungere dell’acqua, esporre al sole, quel che rimane è un immacolato ma spoglio campo di terra. Ben si noti, che da sola, la lucidità è soprattutto uno stato di presenza mentale che reprime le reazioni meccaniche e ti fa pensare con chiarezza al prossimo passo più appropriato, ma non offre necessariamente una trascendente o “transgettiva” influenza, pur direzionandoti verso il tuo risultato ideale. La spada è liberata dalla pietra, ma nessuna mappa ne’ bussola sono stati dotati per la ricerca.

Da qui il bisogno di un secondo stadio nello sviluppo conscio che va al di là del semplice “ricordarsi di se”. Mentre il primo stadio tende a interrompere la confluenza negativa, il secondo implica l’inizio della confluenza positiva con gli aspetti più alti del tuo essere. Parlare “dal cuore”, ascoltare e seguire l’intuizione, attingere al tuo subconscio, virtualmente canalizzare il tuo Io Superiore, questi sono esempi di confluenza positiva.

Qui tu volontariamente ricerchi questi impulsi più elevati e li lasci fluire mentre la tua auto-consapevolezza va “nei sedili di dietro”.

Rifletti sulle volte che le parole fluirono da te come se venissero da reami più elevati. Ciò che dicesti fu più saggio e d’aiuto che di qualsiasi cosa tu avessi potuto esprimere da solo. Mentre fluivano, tu non eri consapevole di te stesso, come in uno stato di trance (non inconscio, solo non auto¬consapevole).

Questo è un esempio di stadio dell’essere nel fluire, nella cosiddetta “zona”. Questo tipo di confluenza è produttiva e accade di tanto in tanto anche senza essere stati allenati in auto—osservazione.

Tuttavia, l’auto¬-osservazione aiuta ad attuare queste connessioni con più costanza e intenzionalmente, riducendo le interruzioni dei periodi di confluenza negativa, principalmente notandoli e smorzandoli sul nascere.

La funzione principale del secondo stadio è di rafforzare la tua connessione con i centri più elevati, i chakra alti, le connessioni al tuo Io Superiore o Mente Superiore. Solcando un condotto verso questi aspetti più elevati regolarmente, la loro influenza diventa più permanente. Ciò è importante perché in questo stadio, divenire lucidi mentre si è nel fluire, interrompe momentaneamente il fluire. Per esempio, parlare dal cuore e improvvisamente divenire consapevole di te rompe la connessione.

La Lucidità intralcia qualsiasi tipo di confluenza, anche quelle positive. Fin quando il flusso sia abbastanza forte da non essere interrotto. Considera quando di notte ci addormentiamo, se ci rendiamo conto di starci per addormentare, ci svegliamo immediatamente. In questo caso, la fase iniziale di sonno non è ancora abbastanza forte da resistere alla mente conscia che improvvisamente si ritira dalla confluenza. Ad ogni modo, quando si è entrati nel sonno più profondo e si inizia a sognare, è possibile rimanere lucidi e continuare a sognare. Coloro che non sono abili nel sogno lucido hanno difficoltà sia a mantenere la loro lucidità, al che continuano a sognare inconsapevolmente, o mantenendo il loro stato di sogno, si svegliano alla realizzazione di stare sognando. Ma con la pratica lo stato del sogno lucido può essere prolungato.

Terzo Stadio: Lucidità Positiva

Questo cosa ci dice a proposito della confluenza positiva? Che la confluenza positiva è semplicemente uno strumento verso una connessione abbastanza permanente con i nostri centri superiori (attraverso l’esposizione ripetuta e la pratica, che di volta in volta cambia la struttura del cervello e dell’anima creando una connessione congenita) così che si possa avere auto-consapevolezza non interrompendo la connessione.

Questo è il terzo stadio: essere contemporaneamente connessi e lucidi.

Esistono due categorie di meditazione, una abbassa la consapevolezza e l’altra la eleva. Entrambe cercano di unificare la mente conscia con quella inconscia, acquisendo l’integrazione di tutto l’essere. Ma mentre la prima categoria è regressiva la seconda è progressiva.

La meditazione regressiva tende a dissolvere l’ego nel subconscio così che, in teoria, si diventa un’estensione inconscia di forze più elevate. Se si è entra in confluenza positiva allora va bene.

Ma dal momento che il subconscio è un passaggio verso ogni cosa e qualunque al di fuori dell’io inferiore, senza deliberatamente impostare una genuina e positiva destinazione quella porta potrebbe facilmente portarci verso il diventare marionette nelle mani di complessi subconsci, guru desiderosi di potere o entità negative.

Questo significa che pratiche regressive comportano il rischio della perdita dell’ego in favore di malevole influenze. Cantare meccanicamente un mantra, focalizzarsi su un guro esterno, praticare le canalizzazioni senza consci filtri e scivolare in stadi di coscienza alterata per curiosità sono esempi che comportano questo rischio. Se non sei impegnato nella pratica della confluenza positiva con il tuo fulcro spirituale attraverso il tuo essere e il tuo sentire, non si può prevedere con che cosa potresti entrare in confluenza.

Alcune forme di meditazione praticate in occidente dovrebbero essere chiamate meditazioni prive di mente attenta…perché è proprio questo che compiono: un abbassamento dello stato di consapevolezza in un torbido, confuso stato di coscienza che crea solo stati abituali e meccanici di ipnosi e suscettibilità alla manipolazione da parte di deliranti e malevoli forze; serve a sollevarci dallo stress alla stessa maniera in cui farmaci psichiatrici eliminano l’acume del sintomo, ma sono inappropriate per l’evoluzione spirituale dal momento che nel migliore dei casi inebria e tranquillizza nel peggiore ti rende un pupazzo meccanico.

Tecnicamente parlando, la confluenza positiva è regressiva perché ci riporta in quello stato di ingenuità infantile dell’innocenza divina precedente la “caduta”. L’auto-consapevolezza viene diminuita in consapevolezza semplice quando si riduce ad un’espressione di una volontà superiore. Fin quando questo rimane uno strumento anziché un traguardo va bene. Questo stadio ha i suoi usi ed è meglio che essere in confluenza negativa, che è il sonnambulismo in cui si trova la società o lo stato di burattini di certi canalizzatori e medium.

Nonostante la lucidità positiva sia regressiva è sempre meglio che rimanere in uno stato di sterile lucidità senza connessione con niente di positivo, come succede a coloro che praticano il “ricordo di se” per anni senza a esercitare la capacità di amare, di essere empatici, intuitivi e altre facoltà dello spirito. Diventano molto lucidi ma anche molto freddi e induriti, dirigendosi verso l’inizio dell’ossificazione o “Ahrimanizzazione” dell’anima.

Per cui come strumento, la lucidità positiva (secondo stadio) è più utile come trampolino verso l’innalzaesi nella consapevolezza divina (terzo stadio). Lo scopo è quello di operare con l’auto-consapevolezza intatta, cosicché invece di essere un’estensione inconscia di una forza elevata, ci si evolve in quella fonte più alta.

In questo terzo stadio si pratica l’auto-consapevolezza senza l’interruzione del flusso di impressioni provenienti dai centri più alti. Il che equivale ad una passiva osservazione e gentile permesso all’influenza del tuo Se Elevato sui tuoi pensieri, parole, emozioni e azioni.

Perché la lucidità è dunque importante dopo averla messa da parte nel secondo stadio? Perché rimanere lucidi mentre la confluenza positiva lavora dal dentro è semplicemente un azione di supervisione del processo così da poter intervenire nel caso si dovessero correggere deviazioni o iniziare un nuovo tipo di indagine o azione.

Il problema col secondo stadio è che la confluenza positiva può facilmente diventare negativa perché non si è auto-consapevoli abbastanza da notarne il passaggio. Pensa ad un sognatore che è buono e saggio in un sogno e poi velocemente sprofonda in stress e rabbia non appena il sogno cambia in qualcosa di negativo. Non c’è costanza. Ecco perché ribadisco che la confluenza positiva da sola è fragile.

E’ notevolmente difficile acquisire lucidità senza interrompere il flusso, ecco perché la lucidità deve essere passiva all’inizio del terzo stadio, cioè “osservati, ma non interferire con l’espressività del tuo cuore”. A differenza di “esprimi il tuo cuore e la saggezza più alta dimenticandoti di te”, che sono aspetti del secondo stadio. Il secondo è uno strumento attraverso il quale ottenere il primo. Quindi chiunque rimanga bloccato al primo stadio al punto di essere diventato più lucido ma anche più freddo, dovrebbe praticare l’entrare in confluenza positiva. Cioè allentare e assorbire se stessi in attività spirituali positive, produttive, creative, ematiche.

Una volta che l’Io Inferiore è libero da confluenza negativa e l’Io Superiore ha una comunicazione chiara e permanente (acquisita attraverso il miglioramento delle strutture del cervello e dell’anima provocato dall’applicazione dei suddetti esercizi) ed entrambi inferiore e superiore sono presenti allo stesso tempo, un mutuale flusso di comunicazione è possibile. l’Io Inferiore diventa un esperto nell’assimilare la saggezza e l’essenza dell’Io Superiore, così da elevarsi al suo livello. L’inferiore si fonde col superiore e acquisisce integrazione totale dell’essere.

Questo differisce all’alto che affonda nel basso durante la confluenza positiva; differisce dall’annientamento dell’ego e il ritorno ad un primitivo stato puro. Invece è una progressione in avanti, la completa realizzazione della coscienza umana.

Evoluzione non lineare

Questi stadi di risveglio conscio non sono sequenziali come le classi a scuola. Piuttosto, possiamo trovarci in uno degli stadi come primo centro di gravità e da questo spontaneamente impennare verso quello più alto o discendere verso il basso.

Gli stadi alti sono più complicati da accedere e mantenere, ma ciò non vuol dire che ci è precluso l’accesso, solo che senza pratica li visitiamo meno frequentemente. I barlumi che catturiamo degli stadi elevati dovrebbero motivarci verso la loro acquisizione permanente come nostri centri di gravità. Più o meno come i sognatori regolari dopo qualche esperienza di sogno lucido sono motivati a praticare per rendere, con la pratica, il sogno lucido il loro modo normale di sognare. La consapevolezza superiore avviene in lampi, come una lampada fluorescente tremolante prima di accendersi completamente.

Limiti del Sistema Esistente

Per i sistemi esoterici come la Quarta Via dichiaranti che i livelli alti rimangono inaccessibili fin quando non c’è maestria dei più bassi, ricordiamo che esiste una differenza tra conscia evoluzione e conscio risveglio. Noi non siamo qui per costruire la nostra anima da zero, poiché non c’è tempo per quello, piuttosto siamo qui per svegliare noi stessi nel completo ricordo spirituale. Non iniziamo la nostra vita come un foglio di carta bianca, dal momento che lo spirito incarnato ha un grosso bagaglio di esperienze raccattato nelle precedenti incarnazioni. Il più alto centro della nostra anima potrebbe essere semplicemente latente o atrofizzato, a causa della programmazione biologica e sociale a cui siamo sottoposti sin dalla nascita che ci fa trascurare e dimenticare; se così, il loro accesso non è impenetrabile come asserito dalla Quarta Via. Penso che la Quarta Via si riferisse di più alla massa di gente vagamente conscia (inclusi gli umani senza spirito/anima) anziché di quelli che si trovano nella percentile superiore; ma nel forzare gli ultimi con i primi si fa un grave danno.

Dunque abbiamo una società che in generale rappresenta uno Stadio 0 consistente di confluenza negativa (con l’esclusione di tutto ciò di elevato), la Quarta Via e paradigmi simili sostenuti dallo Stadio 1 (con l’esclusione di tutto ciò che è elevato), e il Cristianesimo e il Buddismo ognuno enfatizzando dissoluzione dell’Io Inferiore, Stadio 2 (con l’esclusione di elevazione). Mentre ognuno di questi sono progressivamente migliori del precedente, pur sempre mancano della suddetta realizzazione totale della coscienza umana, che è l’adempimento delle nostre potenzialità senza restrizioni ed eccezioni.

Pochi sistemi si occupano del Terzo Stadio. Tranne che: Ermetismo, Gnosticismo, Rosacruciani, Toltechi, Quinta Via e l’Antroposofia (Rudolf Steiner).

Conclusioni

La scopo è di recuperare ciò che è stato nascosto dentro di noi, per ristabilire il contatto con i nostri centri superiori e ricordarci finalmente chi siamo. Il primo passo è l’auto-osservazione e l’ascolto del cuore.

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